Anche il personaggio di Vanessa Ives rappresenta il potere, ma nella sua istanza femminile, percepito in forma di dominio sul “demimonde”, quindi sul mondo che sta fra la vita e la morte (o secondo il paradigma psicanalitico: l’inconscio) oppure in forma di devastazione, e perciò associato nel codice religioso alla sessualità senza freni, e quindi al Diavolo, e in quello scientifico all’isteria, e quindi alla follia.

Copyright: 2014 SHOWTIME
Infatti, i poteri di Vanessa, quando ella è in sé, si manifestano in modo passivo attraverso la lettura dei tarocchi e i sogni, mentre quando è posseduta dal demone, si attivano tramite la parola – Vanessa dice la verità, “scopre gli altarini” e usa un linguaggio volgare – e la libertà di costumi – Vanessa si prende un uomo, ci fa sesso e poi lo abbandona – aspetti dell’esistenza umana, gli ultimi due, che la morale – non solo vittoriana – ha sempre tentato di controllare, soprattutto nelle donne, così come ha sempre visto di cattivo occhio chi se ne serve, accusandolo, di volta in volta, di essere un folle, oppure un adepto di Satana (ricordate i processi alle streghe?).
Vanessa, nel corpo dell’attrice Eva Green, risorge dal proprio passato come un’antica sacerdotessa ossuta, algida e affascinante, simile alle donne morte delle novelle di Edgar Allan Poe: Ligeia, Berenice e Morella sono le sue gemelle letterarie, non meno di altre, come Carmilla di Le Fanu, la Bella Dama senza pietà di Keats e la Geraldine di Coleridge.
Vere dark lady shakespeariane che seducono senza mai concedersi fino in fondo, che ghermiscono l’anima degli uomini e poi oppongono il rifiuto forse perché la loro stessa anima è stata ghermita da una forza oscura e sensuale che trascende ogni possibilità di controllo, ma soprattutto perché in vita (o in un altro momento della loro vita, come nel caso di Vanessa) sono state vittime della brutalità degli uomini e il loro ritorno dal mondo dei morti, così come dal mondo dei folli, è uno strumento che il Fato applica all’esistenza umana ogni qualvolta deve rimettere i conti in pari: la nemesi, la giustizia compensatrice, in questo frangente agli atti di domino maschile.


Eppure, la cattolica miss Vanessa Ives non è solo un angelo vendicatore, è anche una donna che cammina sulla strada della sofferenza, che patisce l’internamento in manicomio (con tutto ciò che ne consegue) perché nel momento del bisogno Dio l’ha abbandonata e “qualcun altro” (il Demone) ha accolto la sua richiesta d’aiuto. Il Demone che ascolta e si prende la sua verginità (anima) promettendole in cambio potere e libertà (Vanessa sembra non dipendere da nessun uomo) ma che poi – una volta concluso il patto – come in un matrimonio, si rivela un compagno dispotico (ancora Conrad e il suo Compagno segreto, o il Mr. Hide di Stevenson) che pretende sottomissione.
Sarà quindi solo il coraggio di un amico (non di un amante) a esorcizzare Vanessa – almeno momentaneamente – dai suoi drammi interiori.
L’interprete: Eva Green
Nata a Parigi (Francia) il 6 Luglio 1980.
Attrice cinematografica e modella, è diventata famosa recitando la parte di Isabelle nel film di Bernardo Bertolucci The Dreamers (2003) e quella della Bond girl in Casino Royale (2006).
Dark Shadows di Tim Burton (2012) è l’unico horror prima di Penny Dreadful, anche se la vediamo nei panni della dark lady in Cracks (2009) e Sin City – Una donna per cui uccidere (2014). Lei e Dalton avevano già recitato insieme ne La bussola d’oro (2007).
FINE III PARTE.

Lascia un commento