Penny Dreadful – Dorian Gray

Il personaggio creato da Logan sulla base del protagonista dell’omonimo romanzo di Oscar Wilde, interpretato dall’angelico attore Reeve Carney, è l’essere più annoiato sulla faccia della terra. Vive in un appartamento che definire lussuoso è riduttivo, passa il proprio tempo fra orge di sadiana memoria e passeggiate al Crystal Palace e dopo ogni eccesso corre a controllare lo stato della propria anima, prigioniera nel famoso ritratto che gli ha regalato l’immortalità.

Dorian Gray, che in apparenza è il mostro meno mostro di tutti, sotto l’aspetto psicologico è un capolavoro di perversione, perfetto nel rappresentare l’estetismo narcisistico e decadente che si nutre di immagini e vampirizza i mortali, succhiando loro non il sangue, ma le emozioni.

Di più, Dorian Gray è un’icona della modernità, o di ciò che la modernità promette: eterna giovinezza e ricchezza, potere e sesso senza limiti morali, religiosi e fisici. Lo stato più prossimo all’onnipotenza al quale l’uomo possa ambire e che assume, nella Storia, un nome ben noto: progresso. Certo, il progresso (e il nostro Dorian non può che esserne un sostenitore: ascolta musica col grammofono e si fa fotografare – adesso potrebbe farsi un selfie – perfino durante i suoi amplessi) dicevamo, il progresso richiede un piccolo sacrificio… Lo stesso piccolo sacrificio richiesto a Faust: la cessione della propria anima.

Reeve Carney / Dorian Grey – Da: DeviantArt – Autore: Jim Fiscus 
Copyright: 2014 SHOWTIME

Nel romanzo di Wilde, però, l’ingannatore non appare sotto le spoglie del diavolo Mefistofele – no, l’uomo moderno non crede più a certe cose! – ma assume le sembianze di un artista, di un intellettuale, di uno che sa comunque solleticare l’ego e ci riesce con una facilità che non ci aspetteremmo, vista l’importanza della posta in gioco, eppure… Eppure l’inganno funziona proprio perché ciò che viene scambiato non ha più (apparentemente) alcun peso. E non deve avere peso, perché sapere di avere un’anima (o una coscienza, diremmo oggi) è un ingombro, un ostacolo al godimento.

Accade così che, quando il Dorian Gray di Logan (che si è già giocato l’anima ai dadi e ha perso) incrocia Vanessa Ives, son fuochi d’artificio (Goethe – di nuovo lui – le chiamerebbe affinità elettive) un po’ perché nell’altro mondo hanno entrambi un padrone oscuro che li tiene al guinzaglio, un po’ perché il narcisismo di lui trova la sponda ideale in quello di lei (resa speciale dal tocco del demone). Insomma, quando si dice: “chi si assomiglia, si piglia” e “nessun incontro è casuale”!


L’interprete: Reeve Carney
Nato a New York City (USA) il 18 Aprile 1983.
Attore e cantante, ha interpretato Peter Parker nel musical di Broadway Spider-Man: Turn Off The Dark (2011). Al suo attivo ha qualche comparsata nei film La neve cade sui cedri (1999) e The tempest (2010). Nessun horror prima di Penny Dreadful.

FINE IV PARTE.


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