Varcolaci, pricolici e vukodlak

La fenomenologia del lupo mannaro dei Carpazi e dei Balcani è variegata e spesso assistiamo a una sovrapposizione della figura del licantropo a quella del vampiro o della strega.
Il varcolac (pl. varcolaci) rumeno sembra essere parente stretto del lupo Fenrir dei norreni. Il varcolac, infatti, è un divoratore di astri, ovvero è capace di salire in cielo e inghiottire il sole e la luna, causando le eclissi.1

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Si subisce la metamorfosi in varcolac se si è stati concepiti alla vigilia di Natale o Pasqua, se si nasce avvolti nel sacco amniotico o se i propri genitori hanno infranto una regola religiosa, per esempio non sono sposati o non hanno rispettato una restrizione sessuale imposta dal canone ecclesiastico in un determinato periodo dell’anno e quindi il frutto del loro peccato viene al mondo automaticamente maledetto.2

Tuttavia, a designare il licantropo nel folklore rumeno al termine varcolac si è sostituito pricolici (pl. pricolici) che, secondo il Dizionario etimologico della lingua rumena, potrebbe avere un’origine dacia. A differenza del varcolac, il pricolici è lo spirito di un morto che in vita è stato particolarmente malvagio e violento e che ritorna in sembianze animalesche.


Il vukodlak (= pelle di lupo) della tradizione serba e croata, invece, mantiene la caratteristica della trasformazione, dovuta al fatto di indossare una pelle di lupo o a causa di un sortilegio.3

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Il temi del ritorno sotto forma di lupo mannaro e del sortilegio ci interessano particolarmente perché, come scrive Barzaghi:

Dal 1227, con la Bolla di Gregorio IX, base giuridica di ogni futura inquisizione, viene (…) dichiarata l’equiparazione di stregoneria ed eresia.4

E, nell’ambito del Cristianesimo ortodosso, quando i vescovi scomunicavano qualcuno aggiungevano l’anatema secondo il quale il corpo dell’eretico sarebbe rimasto incontaminato post mortem.

Non avendo il concetto di Purgatorio, questo significava che tutti coloro i quali in vita non erano stati cristiani ortodossi (quindi cattolici o islamici… figuriamoci gli altri) avrebbero rischiato di non avere la

benedizione della decomposizione come pace eterna nel seno della loro madre terra consacrata.5

e di ritornare al mondo dei vivi nelle forme più terrifiche.

Riassumendo, dunque, nell’Europa orientale e, in particolare, in Romania e nei Balcani, il lupo mannaro può essere un umano che:

  1. da vivo è stato feroce e viene condannato a un ritorno post mortem;
  2. ha sposato un credo eretico e quindi è stato scomunicato con anatema;
  3. indossa una pelle di lupo e si comporta come l’animale del quale ha preso le sembianze;
  4. è stato vittima di un sortilegio.

In tutti e quattro i casi, perciò, il licantropo è una creatura che è divenuta tale (in vita o dopo la morte) a causa di due fattori:

  1. comportamento non consono alle regole del vivere religioso e civile;
  2. azione demoniaca (stregoneria, eresia).
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FINE IV PARTE.


  1. Cfr. Erberto Petoia, Vampiri e lupi mannari, Newton Compton Editori, Roma, 2003 ↩︎
  2. In realtà nel folklore rumeno i motivi per cui si diventa varcolac sono diversi, ma l’attitudine a divorare gli astri è sempre presente. Cfr. Petoia, op.cit. pgg.170-171. ↩︎
  3. In questo caso, come riporta Petoia, la metamorfosi è opera di una strega che, a sua volta, può trasformarsi in gatto. ↩︎
  4. M. Barzaghi, op.cit. pg.40 ↩︎
  5. M. Barzaghi, op.cit. pgg.56-58 ↩︎

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