Complice un saggio di Eduardo Vitolo, ‘Gothic Music’, parte di Italian Gothic – An Edinburgh Companion Edited by Marco Malvestio, Stefano Serafini (EUP, 2023)1, mi sono messa sulle tracce dei Devil Doll, enigmatica band italo-slovena degli anni Ottanta/Novanta, diventata ormai un cult per gli amanti del genere gothic più estremo, ma che tutt’oggi vanta estimatori anche in altri generi, compreso il black metal.
Ebbene, sì: dal Brasile al Cile, passando dal Messico e fino alla Norvegia, alla Finlandia e all’Italia, pare che la creatura del misterioso Mr. Doctor – aka Mario Panciera – la cui identità è rimasta celata per una ventina d’anni e si è manifestata appena nel 2007, quando il nostro pubblica con Hurdy Gurdy (l’etichetta che rilascia i dischi dei DD) ’45 Revolutions (1976/1979)’, summa sul punk degli anni Settanta, e in un’intervista alla rivista slovena Dnevnik, fra varie succose informazioni, in sostanza, dice “Mr. Doctor sono io” – pare, dicevo, che la “Bambola del Diavolo” sia ancora viva, non solo a livello di ispirazione, bensì da assoluta protagonista nei dischi di band prog e metal provenienti da ogni angolo del mondo.

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo brevemente la storia di questa band, nata nel 1987 e della quale l’ultimo disco, ‘Dies Irae’, ispirato alla poesia ‘Il verme conquistatore’ di E.A. Poe, risale al 1996.
Scrive Vitolo:
[…] Devil Doll registrano il loro debut album ‘The Mark of The Beast’ a Lubiana con Jurij Toni, il tecnico del suono della leggendaria Industrial Rock band Laibach. Tuttavia, la band decide di non procedere con la pubblicazione. È appena nel 1989 che la band debutta con ‘The Girl Who Was… Death’, un concept album ispirato a un episodio della serie TV di Patrick McGoohan ‘The Prisoner’, che porta lo stesso titolo. L’album fonde gothic rock con pronunciati stilemi di musica classica.
Se ascoltate i Devil Doll sentirete un amalgama di episodi musicali che mischiano chitarre, tastiere e batteria a cori di chiesa, archi, organo e pianoforte, nonché una voce che canta in Sprechgesang, facendovi venire subito in mente un altro esperimento del genere, quasi coevo e tutt’ora attivo: Sopor Aeternus and The Ensemble of Shadows, la creatura di Anna Varney, altro sfuggente personaggio della scena goth estrema, in questo caso tedesca.
Vero è che, intervistat*, Anna Varney, che in comune con Mr. Doctor ha il fatto di sottrarsi metodicamente al pubblico, ha dichiarato di non conoscere i Devil Doll, pur avendone “ascoltato una mezza traccia”2, e questo, a mio modo di vedere, se da un lato sembra un po’ strano, dall’altro può essere vero, data la difficile reperibilità dei CD dei nostri, nonché confermare che in quel periodo le sperimentazioni andavano in una direzione precisa, fatta di commistioni musicali, tendenza alla composizione sinfonica e forti suggestioni letterarie e cinematografiche, il tutto condito da una teatralizzazione espressionista che rendeva risultati “oltre il genere”.

Ma torniamo alla nostra “Bambola del Diavolo” – la band prende il nome dall’omonimo film di Tod Browning (1936) – e leggiamo cosa scrive il blogger Metal Mirror3 sul prosieguo della loro carriera:
[…] nel 1991 la Slovenia viene invasa dalle truppe serbe, Panciera si sposta così a Venezia. Per Mr. Doctor infatti esistevano due formazioni distinte dei Devil Doll, una italiana e una slovena, come quelli che hanno due fidanzate e sono lavoratori pendolari. Una per una parte della settimana, l’altra adatta ai weekend; così i Devil Doll erano un gruppo a due facce che dopo i noti fatti della guerra balcanica però Panciera decide di riunire
definitivamente.
La formazione con Sasha Olenjuk (violino), Bor Zuljan (chitarra), Davor Klaric (tastiera), Roberto Dani (batteria), Francesco Carta (pianoforte) ed ovviamente Mr. Doctor, entra in studio per registrare il nuovo album: “Sacrilegium”.
Insomma, in piena guerra della ex Jugoslavia, dopo The Girl Who Was… Death e Eliogabalus (1990) i Devil Doll producono due album, Sacrilegium (1992) e The Sacrilege of Fatal Arms (1993), spostandosi dai Tivoli Studios di Lubiana (che nel frattempo sono andati a fuoco) ad altre sale di registrazione slovene. L’album del ’93 è una extended version del precedente, nonché colonna sonora dell’omonimo film sperimentale di Mr. Doctor, e sarà il penultimo disco di questa incredibile band, ancora omaggiata, come dicevo, in realtà musicali dalle provenienze più eterogenee.4

Se andiamo in ordine cronologico, lasciando a margine Lacrimosa e Arcturus, che pare abbiano dichiarato di aver tratto ispirazione dai DD a vari livelli, fra le band più recenti che sono riuscita a recuperare per questo articolo, anche grazie a un gruppo Facebook di fan sfegatati al quale mi sono iscritta per reperire ulteriori notizie, nel panorama internazionale i primi a raccogliere l’eredità di Mr. Panciera & Co. sono i brasiliani Family Free Rock, band prog rock che nel 2008 realizza ‘A Day of Wrath’.
Il disco, in perfetto stile Devil Doll, esce in versione CD-R a tiratura limitatissima e non viene mai rilasciato ufficialmente.
La cosa interessante è che dopo anni di buio pesto sul destino della band, almeno da quanto riporta l’etichetta che lo ha ristampato nel 2015 e, questa volta, rilasciato ufficialmente (Progshine Records, Polonia), l’album del 2008 è prodotto da Mr. Doctor che, per l’occasione, ha assunto il nome di Valdir Zamboni e di tale Doctor Zamboni sono il concept – basato sul film del 1943 di Carl Theodor Dreyer ‘Day of Wrath’ (Dies Irae) – le liriche e parte della composizione musicale insieme a Family Free Rock, nonché l’esecuzione vocale e strumentale (chitarra acustica/elettrica e mandolino).
Anche nell’opera rock di A Flying Fish si riflettono le suggestioni di Mr. Doctor. A Flying Fish è la creatura di tale Râhoola (interdimensional storyteller, così si definisce) che nel 2019 registra a Monterrey in Messico ‘A Carnival of Souls’ – il titolo di una delle tre opere di Mr. Doctor rimaste inedite – album di una sola traccia il cui suono, come scrive Black Rills Records, è ispirato ai Devil Doll.
È dell’anno successivo il progressive e avant-garde metal di ‘The Self-Aware Frequency’ (Crime Records, 2020) dei norvegesi Vitam Aeternam, disco notevole al quale partecipa il chitarrista dei DD Bor Zuljan, mentre l’etichetta ci tiene a specificare che:
Benché si possa sentire una chiara e onesta influenza della straordinaria cult act DEVIL DOLL (hey, come proposito e con il massimo rispetto, dopo tutto), [i Vitam Aeternam] hanno un suono attuale con una sua originalità.
Ed ecco arrivare i cileni Skaldir, un gruppo black metal che nel 2023 pubblica ‘The Enigma of The Occult Art’, un album composto da due tracce: la prima, della durata di 21 minuti e 13 secondi, si chiama proprio ‘Devil Doll’ e riprende la produzione musicale e i testi di Mario Panciera; la seconda, ‘The Hidden Mark of The Beast’, della durata di 19 minuti e 55 secondi, è realizzata interamente dagli Skaldir.
Questa è la sinossi presente nella loro pagina Bandcamp:
Questo album è un viaggio attraverso la carriera musicale di Mr. Doctor (Mario Panciera) e la sua band Devil Doll, con una cover che è un mix delle parti più iconiche della sua discografia, e una canzone degli Skaldir intitolata “L’Occulto Marchio della Bestia” ispirata all’opera di Mr. Doctor.
Ancora, nel gruppo qualcuno posta un link al progetto experimental/doom metal BUTÕH, il cui singolo ‘Hibakusha’ (2023) contiene richiami evidenti alla poetica musicale di Mr. Doctor e, infine, si aggiunge il finlandese Vrajitor’s Tenebrarium con ‘E.N.L.D.’ (Avantgarde Music, 2023), altro progetto misterioso, con dichiarate ascendenze in Goblin, Jacula, Fabio Frizzi e, ovviamente, Devil Doll. Un occult rock luminoso, con brani dai titoli in latino e italiano, a testimoniare la passione del nostro per le colonne sonore degli horror settantiani made in Italy.
Ma il bello, in realtà, viene adesso, perché rivolgiamo lo sguardo proprio all’Italia. Grazie a Massimo Gasperini, Direttore generale di Black Widow Records, che risponde in diretta alla mia telegrafica domanda lanciata nel Gruppo FB di cui sopra, ho la conferma che nel patrio suolo uno dei progetti che raccoglie e sviluppa l’eredità dei Devil Doll è Mater A Clivis Imperat5, creatura del compositore e polistrumentista Samael von Martin il quale, dopo un lungo e complesso percorso artistico che lo vede impegnato in diversi lavori – Evol, Death Dies, Negatron, fra gli altri – genera con i Mater l’album d’esordio ‘Atrox Locus’ (Black Widow Records, 2022) e, l’anno successivo, sempre per la stessa etichetta, ‘Carmina Occulta’.
Al progetto collaborano diversi compositori e musicisti, fra i quali Flavio Domenico Porrati (aka Nequam, The Magik Way) e Vittorio Sabelli (Incantvm, Dawn of A Dark Age, Notturno, A.M.E.N.), a loro volta impegnati su vari fronti, in alcuni dei quali il mio “istinto” rintraccia più di qualche eco del lavoro di Mr. Doctor.
Se ‘Atrox Locus’ dei Mater è un disco di heavy prog metal con ascendenze blasonate nella “musica cimiteriale”6 italiana, ‘Carmina Occulta’, concettualmente – e lo dico perché qui, rispetto ai Devil Doll, il prog è più sul versante Goblin/Jacula, con immissioni folk – può dirsi, sì, un lavoro che segue la via aperta dai DD, ma non riguarda solo la scelta di una base sonora progressive, art rock, symphonic rock o experimental, bensì, comprende tutto un immaginario legato a certa cinematografia (a cominciare dalla copertina dell’album, dichiaratamente Seventies) e, laddove per i Devil Doll valevano la letteratura gotica e il cinema espressionista tedesco, per i Mater vale il riferimento al cosiddetto folk horror, ovvero il corpus di leggende popolari “di paura” (e immaginario correlato), radicato in ogni angolo del pianeta e, nella fattispecie, anche nella nostra penisola.
Insomma, come avrete capito, la faccenda è ampia e complessa e, probabilmente, mi restano ancora molte cose da scoprire. Mentre raccoglievo materiale per questo pezzo ho trovato varie informazioni su Mr. Doctor: da ciò che ho letto e sentito, tutte concordano sul fatto che si tratti di un compositore geniale, oltre che un artista a tutto tondo; una figura misteriosa, liminale, la stessa che, ad esempio, fino a qualche anno fa, apriva le porte della sua collezione privata sul punk (il Venice Punk Museum, ora chiuso) prima di scomparire nuovamente nel nulla.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 7 /Anno Secondo (2024) della zine cartacea ‘Propaganda – Attitudine Estrema‘ e lo potete vedere riprodotto qui sotto.



- Italian Gothic (edinburghuniversitypress.com) ↩︎
- Per leggere l’intervista (tutta da verificare) andate qui: https://www.freeforumzone.com/mobile/d/4168390/Lintervista-%C3%A8-arrivata/discussione.aspx ↩︎
- Vedi: METAL MIRROR: I DEVIL DOLL: UNA STORIA DI MACERIE EUROPEE (metal-mirror.blogspot.com) ↩︎
- Un articolo completo e interessante su Mario Panciera e i Devil Doll lo trovate qui: TALK OF THE DEVIL – Record Collector Magazine ↩︎
- Per altro, già esistenti dal 2008, come riportato da Alessandro Elli nella sua intervista: MATER A CLIVIS
IMPERAT – Carmina Occulta (metalitalia.com) ↩︎ - Cfr. Stefano Ricetti: Recensione Mater a Clivis Imperat Atrox Locus – truemetal.it ↩︎

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